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Banche Centrali ancora protagoniste
Settimana contrastata per i principali mercati internazionali dove continuano a pesare le tensioni in Ucraina e le scelte di politica monetaria dei vari Paesi. Banche centrali ancora una volta protagoniste, dopo il meeting della Fed, in cui il presidente Powell ha confermato il percorso verso un inasprimento della politica monetaria con tre rialzi previsti per quest’anno, la settimana scorsa abbiamo avuto l’attesa riunione della Bce. Come stabilito a dicembre restano invariati i tassi, anche se la presidente, Christine Lagarde, si è mostrata per la prima volta preoccupata sull’andamento dell’inflazione, ora al 5%, e non ha escluso un rialzo dei tassi per quest’anno, uscendo così gradualmente dalle misure straordinarie di stimolo fiscale introdotte per fronteggiare la pandemia. Continua intanto la pressione sui titoli di stato europei dopo l’intervento “falco” della Bce, con il rendimento del Btp a 10 anni che sale a 1,72%, allargando lo spread ormai sopra i 150 punti. Sul fronte macro i dati sul mercato del lavoro a stelle e strisce rilasciati venerdì hanno evidenziato un incremento degli impeghi superiore alle attese a gennaio nonostante l’aumento dei contagi dovuti a Omicron, alimentando la prospettiva di una politica monetaria meno accomodante.
Questa settimana il market mover più importante sarà la pubblicazione (giovedì) del dato sull’inflazione Usa che è attesa accelerare ulteriormente al 7,3%. Nel corso della settimana sarà interessante anche seguire le dichiarazioni dei banchieri centrali di Fed, BoE e Bce che, recentemente, hanno dato una svolta restrittiva/meno accomodante alla propria politica monetaria. Sono anche in programma le riunioni di molte Banche centrali, soprattutto emergenti. Infine, continuerà la pubblicazione delle trimestrali negli Usa ed in Europa, con focus su importanti società finanziarie europee. In pubblicazione giovedì anche il report mensile dell’Opec, nel quale sarà indicata l’entità del rialzo della produzione a gennaio.
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