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Occhi puntati sulle banche centrali

Continuano a mostrare forte debolezza e negatività i principali indici di borsa con gli investitori internazionali che sono in balia delle decisioni delle banche centrali che confermano l’atteggiamento aggressivo per contrastare l’aumento dell’inflazione. Dopo la riunione in cui la Fed ha annunciato un altro aumento dei tassi d’interesse di 75 punti base, anche la Bank of England come da attese ha alzato i tassi di 50 punti base, il settimo rialzo consecutivo, portando così il tasso di riferimento al 2,25% dal precedente 1,75%. Ma non solo, ieri la Bank of Japan, in controtendenza rispetto alle altre banche centrali, ha confermato la sua politica monetaria espansiva lasciando i tassi di interesse di riferimento al -0,1%, livello minimo di sempre; mentre la Banca Nazionale Svizzera dopo 8 anni esce dal regime di tassi di interesse negativi, alzando il costo del denaro di 75 punti base (da -0,25% a +0,50%) nel tentativo di ridurre l’aumento dei prezzi al consumo. Sul fronte Bce è da segnalare la dichiarazione del capo economista Philip Lane secondo il quale l’Eurotower alzerà “ancora diverse volte” i tassi e che non può essere esclusa una recessione. Oltre a questo, a pesare sul sentiment degli investitori ci pensano le tensioni tra Russia e Ucraina che sono peggiorate dopo che Vladimir Putin ha ordinato una mobilitazione militare parziale. Questa settimana sarà ricca di interventi da parte dei banchieri centrali di Fed e Bce, importanti per le indicazioni che potrebbero emergere sulle posizioni dei vari membri in merito alle ultime decisioni di politica monetaria e sulle prospettive future. Sul fronte macro, i dati di maggiore rilievo saranno per l’Area euro l’inflazione preliminare di settembre (venerdì) attesa ulteriormente in rialzo, e per gli USA la fiducia dei consumatori e gli ordini di beni durevoli (domani). Infine, in calendario per il Giappone (lunedì) e per la Cina (venerdì) sono attesi gli indici PMI manifatturiero e servizi.

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