La view del trader: Perché la guerra in Ucraina fa salire i prezzi dell’energia?

A cura di Alessandro Aldrovandi

07/03/2022 · Prodotto da Investire Certificati

I venti di guerra, che ormai da giorni soffiano dall’Ucraina, e le conseguenti sanzioni alla Russia di Vladimir Putin, fanno infiammare i prezzi delle materie prime: da quelle energetiche come gas e petrolio, che alimentano il “caro bollette” e il “caro benzina”, fino a quelle alimentari, che rendono più oneroso l’acquisto di beni di prima necessità come pane e pasta.

Sui mercati delle materie prime, quella scorsa è stata una settimana al cardiopalma, con il prezzo del gas che ad Amsterdam ha fatto registrare un record assoluto a 200 euro al Mwh, e le quotazioni del petrolio WTI schizzate oltre i 116 dollari al barile. Al momento il settore dell’energia sembra essere escluso dalla tornata di sanzioni alla Russia decisa dai Paesi occidentali, ma ciò non basta per metterlo al riparo dalle fiammate dei prezzi. Si teme, infatti, che l’attacco a Kiev possa mettere in pericolo le forniture fisiche di gas e petrolio in arrivo da Mosca. E questo perché l’Unione Europea dipende ancora per il 40% circa dei rifornimenti dal gas russo, un quarto del quale passa proprio dall’Ucraina. L’invasione di Putin, in altri termini, rende i gasdotti vulnerabili a sabotaggi e bombardamenti. Mosca è, inoltre, il principale fornitore di petrolio dell’Europa, sebbene in questo caso il transito da Kiev sia limitato. Non a caso, proprio nei giorni scorsi, alcuni video hanno mostrato un gasdotto in fiamme nella città ucraina di Kharkiv e un deposito petrolifero a Vasylkiv, a sud ovest della capitale Kiev, colpito dai missili russi.

Negli ultimi mesi, le quotazioni di gas e petrolio non erano impazzite ma stavano già anticipando la possibilità di una guerra, tant’è che i titoli del comparto energetico ne stavano ampiamente beneficiando in Borsa. In particolare Eni, che dal punto di vista dell’analisi tecnica è decisamente impostata al rialzo nel breve periodo. Dopo il massimo realizzato lo scorso 3 marzo a quota 14,852 euro, infatti, pur attraversando una fase di ritracciamento che le ha portate leggermente sotto la soglia dei 13 euro, dove staziona l’indicatore Supertrend daily, le quotazioni sembrano intenzionate a ripartire presto per un vigoroso rimbalzo. Dal punto di vista operativo, pertanto, sono da privilegiare le sole posizioni long in un’ottica di rialzo al superamento del livello 13 euro con target nell’intorno di quota 14,500 euro.

Per cogliere al meglio le opportunità offerte dal settore energia, segnaliamo il certificato Premi Fissi Cash Collect (ISIN NLBNPIT172E4) con sottostante un basket formato dai titoli A2A, Enel, Eni e Tenaris, premio 2,60 euro e chiusura settimanale a 92,15, con worst of di Enel oltre la barriera del 15 per cento.

 

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