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Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno messo a segno una seduta caratterizzata dai rialzi. Il focus principale degli investitori è stato rivolto alla Federal Reserve che, come da attese, ha alzato i tassi di 25 punti base. Nel dettaglio, la decisione è stata presa in modo unanime ed è stata in linea con le attese del mercato. Nel comunicato stampa, l’istituto centrale ha evidenziato che i rialzi futuri dipenderanno da una serie di fattori, incluso l’inasprimento cumulativo della politica monetaria. Per quello che riguarda l’inflazione, l’istituto ritiene che si sia un po’ moderata, pur restando elevata. Oggi le attenzioni saranno rivolte alla BCE, la quale dovrebbe aumentare il costo del denaro di altri 50 punti base. Per il meeting inoltre, diversi analisti si attendono un tono “da falco” da parte della Governatrice Christine Lagarde. Nel frattempo, l’inflazione dell’Eurozona (preliminare) si è attestata all’8,5% a gennaio, sotto il 9,2% precedente e all’8,9% previsto. La rilevazione core è invece rimasta stabile sui massimi di sempre al 5,2%. In Italia, la misurazione ha segnato un 10,9% a/a, oltre il 10,7% previsto e sotto il precedente 12,3%. Rimanendo in tema dati macroeconomici, è da segnalare anche che l’S&P Global PMI manifatturiero della zona euro è salito nuovamente a gennaio, attestandosi a 48,8 punti (attese a 47,8 punti), rimanendo comunque sotto la soglia chiave dei 50 punti. Infine, lato trimestrali è da mettere in luce che sono previste dopo la chiusura di Wall Street i conti del 4° trimestre del 2022 di Apple, Amazon e Alphabet.
Le quotazioni dei principali indici di Borsa a livello globale hanno messo a segno una seduta caratterizzata dai rialzi, mentre gli investitori rimangono in attesa della riunione della Fed prevista per stasera. Stando al CME FedWatch Tool, la Federal Reserve dovrebbe alzare il costo del denaro di 25 punti base al 99,1%, portandolo all’intervallo 450-475 punti base. Le attenzioni saranno principalmente rivolte alle parole del Presidente Jerome Powell, che potrebbe fornire nuovi indizi sul percorso di incremento dei tassi della Banca centrale. Un’altra tematica da monitorare sarà quella relativa alla riunione dell’OPEC+, che dovrebbe mantenere invariati gli attuali livelli di produzione. Intanto, il Fondo Monetario Internazionale ha alzato le previsioni di crescita globale al 2,9%, avvertendo tuttavia che il conflitto tra Russia e Ucraina, l’inflazione elevata e il possibile stop delle riaperture in Cina siano tra i fattori che potrebbero pesare sul PIL globale. Stando ai calcoli del FMI, l’84% delle Nazioni dovrà affrontare un indice dei prezzi al consumo nominale più basso nel 2023, al 6,6% medio, mentre nel 2024 il dato dovrebbe passare al 4,3%. Sul fronte dei dati macroeconomici, è da mettere in luce come il PIL dell’Eurozona del 4° trimestre 2022 (anticipato) si sia attestato all’1,9% su base annuale, meglio del consensus dell’’1,7%. La misurazione mensile si è attestata al +0,1% contro le previsioni al -0,1%. In Italia invece, la crescita degli ultimi tre mesi dell’anno si è attestata all’1,7% a/a, leggermente meglio delle stime all’1,6%

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