Investire sulle banche italiane con premi fissi del 10,80% annuo

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06/09/2023 · Tema di Investimento a cura di Websim - Intermonte

Il Certificate:

Potenziale prossimo premio
0,90
Frequenza
Distanza da Barriera
+72,52 %
101,15
0,00 %

Investire sulle banche italiane con premi fissi del 10,80% annuo

Le borse appaiono ancora ben impostate, anche se gli elementi di incertezza non mancano. Nel recente summit di Jackson Hole Jerome Powell, Governatore della Fed, ha lasciato aperte le porte per un ulteriore rialzo dei tassi di interesse, strada che potrebbe essere seguita anche dalla BCE. Il tutto dipenderà dai prossimi dati macroeconomici, con focus particolare su inflazione e mercato del lavoro.

Chiaramente i mercati hanno ormai scontato nei prezzi la salita del costo del denaro, anche se potrebbe non essere ancora completamente prezzato il fatto che i tassi siano destinati a rimanere alti a lungo, come più volte ripetuto dai banchieri centrali.

Un simile scenario potrebbe continuare a favorire il settore bancario che, dopo aver sofferto per anni sulla scia dei tassi a zero, riesce finalmente ad ampliare i propri margini operativi. A tal proposito va ricordato come nei primi otto mesi del 2023 l’EuroStoxx Banks sia salito da 96 a 113 (+17%), mentre il corrispondente indice bancario italiano (FTSE Italia Banche) abbia registrato un incremento del 32%, testimoniando il ritrovato interesse verso il settore bancario, in particolare quello italiano.

Investire sul settore bancario con la garanzia di incassare cedole mensili

Come puntare sul comparto banking del FTSE Mib con un elevato margine di protezione? Un interessante proposta arriva da BNP Paribas, che ha emesso un certificato callable sul settore bancario italiano con cedole fisse pari al 10,80% annuo e barriere decisamente ampie, al 50%. I sottostanti sono Banco BPM, Intesa Sanpaolo e Unicredit ed il codice ISIN del prodotto è NLBNPIT1SNZ3.

I punti di forza di questo certificato sono molteplici. In primo luogo, le barriere sono decisamente ampie, in quanto posizionate al 50% dei prezzi di osservazione iniziale. Questo fa sì che l’investitore possa ottenere un profitto sia in caso di rialzi dei sottostanti, che se vi fossero correzioni o anche in caso di moderati ribassi, a patto che alla scadenza, nell’agosto 2026, i tre titoli si trovino sopra le rispettive barriere.

Va ricordato, poi, come le barriere siano discrete, ossia con osservazione soltanto alla scadenza del certificato. Pertanto, nel caso in cui uno o più titoli dovessero temporaneamente scendere sotto il livello barriera per poi recuperare entro la scadenza l’investitore otterrebbe ugualmente un profitto (differentemente da quanto capita invece con una barriera continua).

Il vero punto di forza, però, è rappresentato dalle cedole fisse. Si ha quindi la certezza di incassare i premi, (salvo il rischio emittente, in questo caso BNP Paribas, banca con ottimi rating) indipendentemente dall’andamento dei sottostanti. Possiamo vedere questo aspetto come una sorta di airbag. Infatti, acquistando il certificato prima dello stacco della prima cedola (data di osservazione: 14 settembre) e detenendolo fino a scadenza si ha la certezza di incassare 36 premi dello 0,9%, per un ammontare complessivo pari al 32,4% del valore nominale.

Rimborso alla scadenza

Fra le particolarità del certificato ISIN NLBNPIT1SNZ3 troviamo anche il fatto di essere “callable”. L’emittente, a partire dal nono mese, ha la facoltà (ma non l’obbligo) di richiamare il prodotto discrezionalmente. Nel caso in cui venisse richiamato l’investitore riceverebbe la cedola del periodo ed il valore nominale, pari a 100 euro.

Se il richiamo anticipato non sarà esercitato, il certificato avrà una naturale scadenza nell’agosto 2026. A tale data sono possibili due scenari: nel caso in cui i tre sottostanti si troveranno sopra le rispettive barriere, l’investitore incasserà l’ultima cedola e riceverà il rimborso dell’intero valore nominale.

Per contro, se uno o più dei tre titoli bancari avranno perso oltre il 50% dai prezzi di osservazione iniziale, il rimborso sarebbe pari alla somma fra l’ultima cedola (0,90%) e il valore nominale decurtato della perdita fatta registrare dal peggiore fra i tre titoli sottostanti.

Cedole fisse: un cuscinetto protettivo

La presenza delle cedole fisse nel certificato rappresenta una sorta di cuscinetto protettivo. Poniamo per ipotesi di acquistare il certificato alla pari, ossia a 100 e che alla scadenza il worst of perda il 60%. In questo caso il valore di rimborso sarà pari a 40 euro per certificato, ma complessivamente durante la vita del prodotto sono pagati 32,4 euro di cedole per certificato. Pertanto, a fronte di una discesa del 60%, la perdita per l’investitore sarebbe soltanto del 27,6%.

Da notare, poi, come il certificato offra un rendimento potenzialmente asimmetrico rispetto all’andamento dei sottostanti. È infatti chiaro che a fronte di rialzi o movimenti laterali dei tre titoli bancari si ottiene un profitto. Ma va messo in risalto come si otterrebbe un guadagno anche in caso di movimenti ribassisti dei tre titoli. Pertanto, a fronte di un calo a scadenza del sottostante worst of pari al 30% o anche al 40% rispetto ai prezzi di osservazione iniziale il certificato garantirebbe al possessore un ritorno del 10,8% annuo, con un profitto superiore al 32% ed appunto un risultato decisamente asimmetrico rispetto al calo dei titoli in questione.

Focus sui sottostanti: Banco BPM, Intesa Sanpaolo e Unicredit

I sottostanti del certificato sono le tre maggiori banche italiane: Unicredit, Intesa e Banco BPM.

Partendo proprio da Unicredit, si tratta del miglior titolo del paniere centrale del FTSE Mib, con un rialzo che da inizio anno è nell’ordine del 70%. I numeri di bilancio rassicurano gli investitori e i timori legati all’esposizione sulla Russia appaiono decisamente superati.

L’andamento è positivo anche per Intesa Sanpaolo (+20% YTD) e Banco BPM (con un rialzo che da inizio anno supera il 30%). Questi numeri di fatto rispecchiano l’interesse degli investitori verso uno dei comparti che nei prossimi anni potrebbe garantire un flusso cedolare relativamente elevato.

Da notare, poi, come Banco BPM sia da vari analisti vista come una delle possibili banche target di future operazioni di M&A, altro elemento che potrebbe favorire un apprezzamento del titolo.

Il rialzo più contenuto di Intesa Sanpaolo rispecchia anche la solidità del titolo. Sempre a proposito di Intesa, come la barriera a 1,2728 euro, sia collocata al di sotto dei minimi toccati durante il COVID, nella primavera 2020, a 1,3065 euro.

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