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I principali indici azionari USA ed europei hanno tentato di scrollarsi di dosso il recente sell-off nella seconda metà della scorsa ottava. Questa settimana gli operatori saranno concentrati sull’inflazione degli Stati Uniti di luglio e sul PIL del secondo trimestre dell’Eurozona, in agenda mercoledì. L’indice dei prezzi al consumo USA è atteso in calo dal 3% al 2,9% a/a, mentre su base mensile la lettura dovrebbe registrare un’accelerazione dello 0,2% rispetto alla flessione dello 0,1% del mese precedente. Per quanto riguarda il dato core – che esclude le componenti volatili (alimentari ed energetici) – su base annua la crescita è attesa in leggero calo, dal 3,3% al 3,2%, mentre su base mensile gli analisti si aspettano una leggera accelerazione, dallo 0,1% allo 0,2%. Nel frattempo, oggi pomeriggio la Fed di New York pubblicherà le aspettative d’inflazione dei consumatori di luglio. A giugno le stime indicavano un’inflazione a 1 anno al 3%, ai minimi da dicembre 2023. Intanto, sembra che dalla Federal Reserve non ci sia fretta sui tassi, nonostante gli ultimi dati deludenti sull’economia. Due esponenti della Banca centrale, Tom Barkin e Jeffrey Schmid, rispettivamente il presidente della Fed di Richmond e della Fed di Kansas City, hanno affermato che non vi sono ancora le condizioni per intervenire sul costo del denaro. Per Barkin le condizioni economiche mostrano ancora forza e non giustificano una rapida reazione da parte della Fed, mentre Schmid ha detto di non essere pronto a sostenere una riduzione dei tassi con un’inflazione ancora superiore all’obiettivo e un mercato del lavoro ancora sano, nonostante il recente raffreddamento.

Questa prima seduta di contrattazioni della settimana risulta scarna per quanto riguarda la diffusione di dati macroeconomici di rilievo. Gli operatori monitoreranno le aspettative d’inflazione dei consumatori della Fed di New York (luglio). L’OPEC pubblicherà il suo report mensile. Guardando all’intera settimana, i trader e gli investitori attenderanno in particolare i dati sull’inflazione degli Stati Uniti relativi a luglio e il PIL dell’Eurozona del secondo trimestre del 2024, misurazioni entrambe in agenda mercoledì 14 agosto.

Le azioni Leonardo hanno ripreso forza dopo la falsa rottura del supporto a 19,80 euro. La difesa del sostegno a 20,90 euro sarà costruttiva per ulteriori allunghi. Nel caso di nuovi ribassi, per i compratori sarà importante la difesa di area 19,80-18,90 euro. Si potrebbe guardare al Bonus Cap con Barriera a 17,7760 euro e scadenza al 20/12/2024. Questo prodotto permette di ottenere un rendimento potenziale annuo di circa il 25% con un livello Bonus a 115 euro.

Le quotazioni del petrolio WTI hanno proseguito al rialzo dopo la rottura del livello orizzontale a 74,60 dollari al barile. Nuovi segnali di forza su questo supporto potrebbero essere sfruttati per l’implementazione di strategie long, che avrebbero come primo obiettivo area 78,80 dollari. Un target più ambizioso potrebbe essere posto in prossimità della resistenza statica a 83 dollari al barile. Lato ribassista invece, nuovi segnali di debolezza in area 74,60 dollari potrebbero consentire l’implementazione di strategie short. In questo caso il primo target potrebbe essere a 71,70 dollari e un secondo obiettivo a 70,70 dollari.

Le quotazioni del future su EUR/USD continuano a stazionare sotto alla resistenza orizzontale a 1,0970 dopo la recente correzione. Nel caso di un proseguimento del ritracciamento, segnali di forza in area 1,0900 potrebbero essere sfruttati per l’implementazione di strategie long, che avrebbero come primo obiettivo area 1,0970, mentre un target più ambizioso potrebbe essere sul livello psicologico a 1,1000. Lato ribassista, nuovi segnali di debolezza in area 1,0970 potrebbero consentire l’implementazione di strategie short. In questo caso, posizioni in vendita avrebbero come primo target area 1,0900 e un secondo obiettivo a 1,0820.

Le quotazioni del FTSE Mib stazionano in area 31.780 punti dopo il recente rimbalzo, mostrando tuttavia incertezza. Segnali di forza in area 31.600 punti potrebbero permettere l’implementazione di strategie long. In questo caso, il primo obiettivo potrebbe essere posto sulla resistenza a 32.470 punti, mentre un target più ambizioso sul successivo livello orizzontale a 33.500 punti. Lato ribassista invece, segnali di debolezza in zona 32.470 punti potrebbero consentire l’implementazione di posizioni short, in linea con il trend di breve. In questo caso, il primo obiettivo dei venditori potrebbe essere a 31.600 punti e un secondo target a 30.860 punti.

Le quotazioni del future sul DAX hanno evidenziato un segnale di incertezza dopo il test della resistenza statica a 17.800 punti. La rottura di questo livello potrebbe essere sfruttata per valutare strategie long con l’obiettivo di sfruttare un eventuale riassorbimento del recente movimento ribassista visto dal 1° agosto. Il primo target potrebbe essere a 18.200 punti, mentre un secondo obiettivo a 18.600 punti. Lato ribassista invece, posizioni in vendita potrebbero essere valutate in caso di segnali di debolezza in area 17.800 punti. Il primo obiettivo potrebbe essere posto a 17.500 punti, mentre un secondo target a 17.350 punti.

Le quotazioni del future su S&P 500 hanno proseguito al rialzo, tornando in area 5.370 punti. In caso di ritracciamento, segnali di forza sul sostegno a 5.270 punti potrebbero permettere l’implementazione di strategie long, in linea con la tendenza di più ampio respiro. In questo caso, il primo obiettivo dei compratori potrebbe essere posto a 5.430 punti, mentre un target più ambizioso in area 5.600 punti. Lato ribassista, un ritorno sotto i 5.270 punti potrebbe dare il via a posizioni di stampo short in linea con il trend di breve. Il primo target in questo caso potrebbe essere posto a 5.180 punti, mentre un secondo obiettivo a 5.120 punti.