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Nonostante i record messi a segno dagli indici Wall Street, nelle ultime sedute anche il Dow Jones si è unito al coro, i listini europei continuano a procedere incerti in attesa delle indicazioni che oggi arriveranno dal meeting della Banca Centrale Europea. La recente pubblicazione delle minute dell’ultima riunione del board ha fatto emergere che la riduzione del costo del denaro varata a giugno è stata realizzata più per impegni presi in precedenza che per esigenze reali. Questo permette di puntare con una buona dose di certezza su una conferma dei tassi di riferimento. Indicazioni certamente interessanti arriveranno dalle pieghe del comunicato che fa da corollario alle riunioni del board e, ancora di più, dalla conferenza stampa della presidente Christine Lagarde. Ovviamente gli operatori attendono con trepidazione segnali su una riduzione dei benchmark nel meeting di settembre, l’ipotesi è stimata con una probabilità superiore all’80%, e qualsiasi segnale in questo senso sarà accolto con favore. Questo anche perché la sensazione è che, a dispetto di un contesto economico “Goldilocks”, i prossimi mesi potrebbero essere caratterizzati da insidie in arrivo dal fronte politico (non a caso l’oro sta aggiornando i massimi storici). Un assaggio sta arrivando dal voto per la presidenza della Commissione europea ma dopo l’estate nuove tensioni, pronte a riverberarsi sui debiti sovrani, potrebbero giungere da Francia e Stati Uniti, con la prima alle prese con la creazione di un governo di coalizione che si preannuncia laboriosa ed i secondi che, con la probabile affermazione di Trump, potrebbero puntare su un approccio “America First” che rischia di fare danni su entrambe le sponde dell’Atlantico.

Dopo i numeri sull’andamento del mercato del lavoro britannico, alle 12 la BundesBank pubblicherà il suo report mensile. Alle 14:15 focus su Francoforte con la pubblicazione del comunicato con cui la Banca Centrale Europea annuncia la sua decisione sui tassi e mezz’ora più tardi inizierà la conferenza di Christine Lagarde. Come ogni giovedì, alle 14:30 sarà la volta dell’aggiornamento sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione USA. Un’ora prima dell’avvio degli scambi a Wall Street attenzione anche all’indice manifatturiero di Philadelphia mentre alle 16 riflettori puntati sul superindice.

Negli ultimi mesi Stellantis ha subito una pesante battuta d’arresto. I corsi sono tuttavia arrivati in un’area ricca di livelli supportivi. Questo aspetto potrebbe evitare nuovi bruschi cali a favore di un consolidamento o di una ripartenza al rialzo. E’ uno scenario che appare favorevole al Bonus Cap con Barriera a 15,9960 euro e scadenza 20.12.2024. In circa 5 mesi permetterebbe di ottenere un rendimento del 14,91 % con un livello Bonus di 106 euro.

Bella prova di forza ieri per il WTI, con le quotazioni del Crude Oil capaci di recuperare i segnali di debolezza che erano emersi il giorno precedente con la violazione della soglia psicologica degli 80 dollari. La ripartenza del livello supportivo non ha tuttavia modificato per il momento il quadro tecnico. I top di ieri hanno infatti intercettato le resistenze dinamiche espresse sul daily chart dalla trendline ribassista ottenuta con i massimi del 5 e 12 luglio. I valori di chiusura di giornata hanno inoltre portato al pullback della trendline rialzista tracciata con i minimi del 4 giugno e 10 luglio e rotta al ribasso il 15 luglio.

L’EURUSD sembra aver vinto la sua battaglia con le resistenze di area 1,0925. In questa direzione va l’andamento delle quotazioni di ieri, con il cambio che ha dato seguito ai segnali di forza emersi nei giorni precedenti con la violazione al rialzo della trendline ottenuta con i top dell’8 marzo e 4 giugno e con il recupero della soglia psicologica di 1,09. In una giornata in cui la BCE potrebbe favorire volatilità dei prezzi, il primo obiettivo grafico appare individuabile in area 1,0990. Oltre tale soglia si aprirebbero spazi per progressioni fino a 1,1120. Segnali di debolezza emergerebbero invece con ritorni delle quotazioni sotto 1,0838.

Nuova seduta interlocutoria per il FTSE Mib, con l’indice di Piazza Affari che si mantiene sempre in prossimità dell’area resistenziale di breve posta nell’intorno dei 34.500 punti. La contrazione della volatilità delle ultime sedute potrebbe anticipare un movimento direzionale alle porte. Sopra i 34.800 punti si aprirebbero le porte per un rapido recupero dei 34.970 punti prima e dei 35.200 poi. La rottura della trendline rialzista ottenuta con i minimi del 14 e 28 giugno aprirebbe invece la strada a un movimento correttivo avente come target intermedio i 33.250 punti e successivo a 32.600 punti, livello da cui è iniziato il rimbalzo in atto da metà giugno.

Nuovi ribassi ieri per il DAX, che ha archiviato la terza seduta consecutiva con il segno meno. L’indice tedesco sembra dunque aver sentito le resistenze statiche dell’intervallo tra i 18.800 e i 19mila punti. Da verificare ora il comportamento al test dei supporti dinamici espressi dalla trendline rialzista ottenuta con i minimi del 14 e 20 giugno, il cui cedimento deteriorerebbe il quadro tecnico e spingerebbe le quotazioni sotto la soglia dei 18mila punti. Non va trascurato che i ribassi di metà giugno hanno portato alla rottura al ribasso della trendline rialzista di medio tracciata con i low del 27 ottobre e del 19 aprile 2024.

Dopo aver aggiornato i massimi storici martedì, ieri le quotazioni del future dell’S&P 500 hanno subito una brusca battuta d’arresto. Se il trend di medio permane costruttivo, crescono le pressioni sui supporti dinamici espressi dalla trendline rialzista tracciata con i minimi del 31 maggio e 2 luglio. Il cedimento dei 5.621,25 punti confermerebbe un deterioramento del quadro grafico dopo che ieri a capitolare sono stati i supporti di breve forniti dalla trendline tracciata con i low del 12 e 15 luglio. Pullback di questa linea di tendenza potrebbero essere sfruttati per l’apertura di posizioni short aventi target a 5.590 e 5.500 punti.

Nel corso dell’ultima puntata di “House of Trading – Le carte del mercato” Riccardo Designori ha presentato una strategia ribassista su Unicredit. L’operazione si è attivata nel corso della seduta di ieri. Alla base della scelta operativa gli effetti di una possibile rotazione settoriale che potrebbe essere favorita dalla politica monetaria delle banche centrali. La vicinanza ai top di periodo potrebbe così portare gli operatori a ridurre l’esposizione sulla banca italiana, con le prese di beneficio che potrebbero favorire un veloce ritorno delle quotazioni su quei 36,65 euro indicati dal target della strategia. Il trend rialzista di fondo peraltro non verrebbe intaccato con il mantenimento dei corsi sopra i 36,50 euro.