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Se per la designazione del candidato democratico alle elezioni presidenziali statunitensi sarà necessario attendere poco meno di un mese e per le riunioni in cui Federal Reserve e BCE dovrebbero ridurre i tassi ne serviranno quasi due, è naturale che l’attenzione degli operatori venga monopolizzata dalle trimestrali. Nel caso degli Stati Uniti i riflettori sono, come spesso accade, puntati sulle c.d. Magnifiche Sette: ieri è stata la volta dei conti di Alphabet e Tesla, domani l’appuntamento è con Amazon, mentre Microsoft (29 luglio), Meta (31 luglio) e Apple (1° agosto) entreranno in scena la prossima settimana (e per Nvidia occorrerà attendere il 15 agosto). In Europa oggi è turno di colossi del calibro del Banco Santander, di Kering, di Deutsche Bank, di Michelin, domani attenzione a Vivendi ed a Sanofi. Nel caso di Piazza Affari, dopo UniCredit domani riflettori puntati sul terzetto formato da Enel, Eni e Stellantis. Dal fronte macro, oggi in agenda ci sono i famigerati PMI che, nel caso di Zona Euro, Regno Unito e Stati Uniti ci forniranno importanti indicazioni sullo stato di salute delle maggiori economie. In tutti i casi non dovremmo assistere a grandi stravolgimenti rispetto alle indicazioni arrivate a giugno: lo stato di salute del settore dei servizi continuerà a confermarsi solido mentre nel caso del manifatturiero i dati dovrebbero attestarsi di poco sopra quei 50 punti che separano espansione e recessione dell’attività economica (eccezion fatta per Eurolandia, dove il dato è zona recessiva da quasi due anni). La Bank of Canada potrebbe mettere in campo il secondo taglio dei tassi consecutivo mentre l’indice USA che misura le vendite di nuove case è stimato in consolidamento sopra quota 600 mila unità.

Oggi S&P Global diffonde i dati che misurano il sentiment dei direttori degli acquisti, i PMI (Purchasing Managers’ Index). Nel caso di Eurolandia il dato del settore servizi è destinato a confermarsi sopra quei 50 punti che separano espansione e recessione dell’attività economica mentre per il manifatturiero l’indice è visto, come ormai accade da quasi due anni, sotto questo livello. Situazione migliore in Regno Unito e Stati Uniti, dove entrambi i dati a giugno sono risultati in espansione. Oggi è anche il giorno del meeting della Bank of Canada, che dovrebbe ridurre il benchmark di 25 punti base al 4,5% e del dato USA sulle vendite di nuove case.

Da diverse settimane le azioni Ferrari si mantengono all’interno di una struttura laterale compresa tra i supporti di area 369 euro e le resistenze di area 405 euro. La mancanza di direzionalità e il rischio di discese sotto i 369 euro permette di guardare con favore il Bonus Cap con ISIN NLBNPIT20ZM3 e Barriera a 319,3600 euro. In 11 mesi il prodotto permette di ottenere un rendimento potenziale di circa il 12% con un livello Bonus a 118 euro.

Le prime sedute di questa settimana hanno confermato il trend discendente del petrolio emerso con il cedimento dei supporti statici di area 80 dollari. Per il momento non vi sono segnali di inversione di tendenza, con le quotazioni che ieri hanno fornito nuovi spunti ribassisti con la chiusura delle contrattazioni sotto i supporti statici posti in prossimità dei 77,70 dollari, eredità dalla serie di minimi registrati a metà giugno. Il movimento in atto appare così orientato verso un ritorno dei corsi in prossimità del transito dei supporti dinamici espressi sul daily chart dalla trendline rialzista ottenuta con i minimi del 13 dicembre e 4 giugno.

La correzione in atto dai massimi di periodo dello scorso 17 luglio è proseguita anche ieri per l’Euro-Dollaro, con i corsi del cambio che hanno trovato sostegno nei supporti dinamici espressi sul daily chart dalla trendline ottenuta con i massimi decrescenti del 14 marzo e 4 giugno. Pur avendo subito un deterioramento nel corso delle ultime giornate, il trend di breve sembra permanere ancora favorevole all’Euro. Se battute d’arresto si registrerebbero con ritorni sotto 1,0840, il recupero di 1,0890 aprirebbe la strada a una ripartenza al rialzo.

Nuovo test delle resistenze statiche e dinamiche di area 34.860 punti ieri per il FTSE Mib, con l’indice di riferimento di Piazza Affari che sembra pronto a un movimento direzionale con la crescente compressione di volatilità. Le quotazioni si mantengono all’interno del cuneo delimitato superiormente della resistenze espresse dalla trendline tracciata sul daily chart dai minimi del 16 aprile e del 3 maggio, linea violata al ribasso a metà giugno, e inferiormente dalla trendline ottenuta con i low del 28 giugno e 16 luglio. Prime conferme in tale direzione si avrebbero con ritorni delle quotazioni sotto i 34.520 punti.

Con i rialzi dei primi due giorni della settimana potrebbe essere terminato il rimbalzo del DAX. Le quotazioni dell’indice tedesco sono state rigettate della prime resistenze statiche poste in prossimità dei 18.770 punti, parte inferiore del ricco intervallo resistenziale presente nell’intorno dei 18.800-18.900 punti. La violazione dei 18.630 punti prima e dei 18.520 punti poi andrebbero in questa direzione, con l’indice che a quel punto potrebbe accelerare al ribasso verso i minimi della passata ottava e i supporti dinamici espressi dalla trendline tracciata con i low del 19 aprile e del 14 giugno attualmente transitante in area 18.210 punti.

Ieri giornata all’insegna della sostanziale mancanza di direzionalità per l’S&P 500. Le quotazioni hanno lasciato in eredità una candela giornaliera di indecisione, con i top che sono stati registrati in corrispondenza dell’area resistenziale di matrice statica posta a 5.630 punti. In questo contesto le quotazioni appaiono orientate verso una discesa in area 5.505-5.510 punti, livello statico ereditato dalla serie di minimi segnati a cavallo tra il 24 giugno e il 2 luglio. Se sopra i 5.630 punti il quadro grafico muterebbe con possibili allunghi in area 5.673 punti, il cedimento dei 5.588 punti darebbe conferme di un indebolimento del quadro tecnico.

La puntata di ieri di “House of Trading – Le carte del mercato” ha riproposto tra i protagonisti Stefano Serafini. Il rappresentante della squadra dei trader ha proposto una strategia al rialzo sul petrolio WTI. Dopo aver sottolineato come il quadro tecnico di breve abbia subito un brusco deterioramento con il cedimento della soglia supportiva posta in prossimità degli 80 dollari, l’ex campione del Mondo di trading ha evidenziato come l’area dei 75 dollari al barile da diversi mesi abbia rappresentato un punto di equilibrio per le quotazioni del Crude Oil. Per questo motivo ha proposto una strategia rialzista da attivarsi a 75,52. Con stop posizionato a 74,2 dollari, l’operazione punta a un ritorno delle quotazioni a 79,35 dollari.